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MOVING
(2004)

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Moving


“Sal, dobbiamo andare e non fermarci finchè non arriviamo”.
“Andare dove, amico?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare”.
[Jack Kerouac, “On the road”]

“L’uomo, umanizzandosi, ha acquisito,
insieme alle gambe diritte e al passo aitante,
un istinto migratorio, l’impulso a varcare
lunghe distanze nel corso delle stagioni.
Questo impulso è inseparabile dal sistema nervoso centrale
e quando è tarpato da condizioni di vita sedentarie
trova sfogo nella violenza, nell’avidità,
nella ricerca di prestigio o nella smania del nuovo”
[Bruce Chatwin, “Anatomia dell’irrequietezza”]

I testi di “Moving” ruotano attorno alla tematica del viaggio, nel tentativo di coglierne alcune espressioni, senza curarsi di definirne la meta.
Soltanto la partenza e le sue probabili motivazioni, l’andare fotografato nella sua essenza di movimento. L’arrivo viene escluso, non esiste, perchè rappresenta la fine, l’esito del viaggio. E il viaggio non ha esito, perchè il suo scopo è semplicemente il movimento. Il viaggio non deve finire mai perchè raffigura il percorso interiore dell’uomo e costituisce il senso della vita.
 
“Moving” si riferisce al viaggio come ribellione, proclamazione d’indipendenza.
Viaggio come affermazione di autonomia. Come cammino verso la conoscenza della propria anima, delle proprie aspirazioni e del proprio rapporto con il mondo.

Partire significa voltare le spalle a qualcosa che non fa parte di noi, ribellarsi all’immobilismo della mente e del corpo che soffoca la naturale tendenza dell’essere umano alla curiosità, alla scoperta, al sogno.

La partenza come punto di rottura.
Il movimento come incessante mezzo di sperimentazione, eterna fonte di emozioni.
Come ricerca di nuovi incontri, ma anche di solitudine e distacco. Di evasione e di meditazione. 
Visioni, riflessioni e stati d’animo spesso contrapposti, spesso incomprensibili.
Tante domande e nessuna risposta che valga per tutti perchè ognuno deve cercare la sua, nella consapevolezza che nessuno di noi conosce perfettamente cosa si nasconde nel proprio animo.

Il viaggio come fuga, ma non come ritirata.
Fuga come rifiuto dei modelli imposti da chi detiene il potere e manipola la realtà attraverso la falsificazione dell’informazione, la creazione ingannevole di bisogni indotti e la proiezione di un mondo illusorio, votato a soddisfare in maniera sfrenata necessità fittizie, prefabbricate, programmate per generare ed alimentare altra insoddisfazione, in un perverso circolo vizioso che conduce allo smarrimento dei valori umani.

Il movimento inizia nella mente e il corpo diventa un mezzo di trasporto che accompagna l’uomo sulla strada, consentendogli di uscire dal proprio guscio e di venire a contatto con situazioni nuove e sempre illuminanti, positive o negative che siano. Ma il viaggio non è necessariamente fisico. E’ la mente che deve vivere viaggiando, che deve mantenersi sempre in movimento. Perchè se si ferma, muore.

Track list
1. I can fly away
2. Move along
3. Snakes
4. The wheels are on fire
5. City lights
6. Haze all down the line
7. Loom and vanish
8. I got gasoline
9. One more cup of coffee
10. Shakin' the cage
11. Fade out












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